All’interno del socialismo tedesco e della Seconda Internazionale Karl Kautsky era considerato il più autorevole e fedele discepolo di Marx ed Engels. Costantemente impegnato nella difesa del loro messaggio da tutti i tentativi di adulterazione o deviazione, aveva “scomunicato” la revisione del marxismo di Eduard Bernstein in una importante polemica teorica. Prima della Grande Guerra lo stesso Lenin lo considerava un “maestro di marxismo”. All’indomani della Rivoluzione russa, tuttavia, Kautsky pubblicò questo celebre saggio per condannare con decisione la dittatura instaurata dai bolscevichi. In questo modo si schierò a favore della democrazia liberale e contro la dittatura rivoluzionaria, segnando la prima rottura tra la socialdemocrazia europea e il comunismo sovietico. Anche se Kautsky non volle mai ammetterlo, la sua presa di posizione implicava di fatto la fuoriuscita dal socialismo marxista. Lenin infatti replicò con un pamphlet durissimo, La rivoluzione proletaria e il rinnegato Kautsky, nel quale lo accusava di aver ripudiato il marxismo e tradito la classe operaia.
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