Anche se più di 150 anni di esperimenti sul campo hanno puntualmente comprovato che il socialismo è un formidabile generatore di miseria ed oppressione, la sua idea continua imperterrita a esercitare una grande attrazione. L’immaginario collettivo persiste nell’idealizzarlo come un sistema di convivenza sociale finalizzato, almeno in astratto, a perseguire mirabili obiettivi incarnando nobili valori. È naturale, allora, che il socialismo venga quasi universalmente concepito alla stregua di un paradigma moralmente superiore al capitalismo. Ma la validità di un sistema di politica economica dipende, almeno in parte, dalla sua realizzabilità pratica, e prima di poterlo giudicare desiderabile si dovrebbero aver presenti le difficoltà e i costi che la sua attuazione recherebbe. L’obiettivo di The End of Socialism (“La fine del socialismo”) è quello di esplorare in profondità questa dottrina, mettendone in evidenza le contraddizioni di fondo. Avvalendosi delle teorie di Adam Smith, figura di cui è profondo conoscitore, Otteson sviluppa delle solide argomentazioni capaci di fondere l’analisi scientifica con la riflessione morale: la conclusione è che «il socialismo è un sistema economico difficile e costoso, non giustificabile in virtù delle concezioni specifiche dei suoi valori morali».