JOHN C. CALHOUN – Disquisizione sul governo (1851)

Disquisizione sul governo, scrive il professor Luigi Marco Bassani nell’introduzione, è un’opera che sta al fianco dei grandi capolavori dell’ingegno umano. Perché allora questo gioiello della scienza politica, il prodotto più sofisticato dell’Ottocento americano, è così poco noto? Probabilmente perché John C. Calhoun, che fu vicepresidente degli Stati Uniti dal 1825 al 1832 e poi senatore, viene ricordato come il principale difensore delle istituzioni degli Stati del Sud, compresa la schiavitù. Nel presente scritto, tuttavia, non vi è neanche un cenno alle odiose apologie sudiste della schiavitù. L’autore individua nel puro principio maggioritario una piaga destinata a minare ogni società democratica, e come soluzione indica il principio della maggioranza concorrente, secondo il quale la ricerca del consenso sulle questioni cruciali deve tener conto dei grandi interessi del Paese. Egli avanza anche una teoria liberale della lotta di classe, secondo cui la vera classe sfruttatrice e dominante è composta dai “consumatori di tasse” che, controllando l’apparato governativo, si assicurano privilegi ingiustificati a danno dei produttori di ricchezza, i “pagatori di tasse”.

'L'azione fiscale del governo divide la società in due classi antagoniste: pagatori e consumatori di tasse'

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