In questo libro acuto e provocatorio l’economista francese Pascal Salin svolge una critica feroce alla natura dispotica della tassazione, condannando senza appello fenomeni come la progressività fiscale e l’ipertassazione dei patrimoni. Le sue tesi appaiono oggi ancora più attuali di vent’anni fa, quando il libro fu scritto. Ci si sta infatti rendendo conto sempre di più che là dove le tasse sono più alte o troppo alte, la crescita è più bassa o impossibile. Sottraendo ai produttori una quota sempre più importante del loro reddito, le tasse disincentivano la messa in moto dei processi virtuosi finalizzati alla creazione di nuova ricchezza perché dilapidano il risparmio, annientano il capitale, distraggono e distruggono gli investimenti, frustrano la propensione al rischio, affossano le iniziative e lo spirito imprenditoriale, minano l’industriosità, contraggono gli scambi e le dinamiche di cooperazione sociale, promuovono comportamenti irresponsabili, favoriscono il parassitismo politico.
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