In questa sua celebre opera, uscita postuma, il grande storico Henri Pirenne contestò la datazione tradizionale che fa coincidere l’inizio dell’età di mezzo con la caduta dell’impero romano d’Occidente (476 d.C.). Avvalendosi di numerose prove, lo studioso belga dimostrò che le invasioni barbariche e la formazione dei regni germanici non avevano modificato le fondamentali istituzioni romane, e che anche dopo il crollo della parte occidentale dell’impero il mondo mediterraneo aveva mantenuto la sua unità culturale ed economica. Solo le conquiste islamiche dell’Africa settentrionale, della Spagna e dell’Italia meridionale nel settimo e ottavo secolo infransero l’unità del mondo classico. Fu a quel punto che l’asse economico-culturale del mondo europeo occidentale si spostò a nord, nei territori compresi tra il Rodano e il Reno. L’inizio del Medioevo va pertanto spostato nell’ottavo secolo inoltrato, e la sua genuina espressione fu l’ascesa di Carlomagno. Per queste ragioni Pirenne arriva ad affermare, con una frase di sintesi, che “senza Maometto, Carlomagno è inconcepibile”.