Il libro analizza in profondità una delle tematiche principali legate alla crisi economico-finanziaria globale esplosa nel 2008, ovvero il rapporto fra lo Stato e il mercato nella regolazione dell’economia. Il sociologo inglese pone questo quesito: dal momento che tutte le crisi economiche del recente passato hanno comportato un ridimensionamento netto, e spesso un totale abbandono, dell’ideologia dominante nel periodo precedente, perché invece con la crisi del 2008 il neoliberismo, l’ideologia dominante nel precedente trentennio, è emerso se possibile anche più forte di prima? Oggi infatti Il ruolo delle grandi imprese nella vita politica e sociale appare preponderante e difficile da scardinare. Questo accumulo eccessivo di potere in capo alle grandi aziende, favorito dalle idee neoliberali, può compromettere non solo il pluralismo democratico ma anche la stessa libera concorrenza nel mercato.
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