Il revisionismo del politicamente corretto ha ormai invaso pressoché ogni ambito: dalle opere teatrali ai film, dai grandi classici della letteratura occidentale sino alle statue di personaggi storici considerati “razzisti”. Nulla sembra sfuggire a questa caccia alle streghe post-moderna. Negli ultimi decenni si è fatta strada, partendo dai campus universitari americani negli anni Sessanta, un’ideologia che mira a de-occidentalizzare il mondo e a fomentare contro il sistema tutti i soggetti considerati “oppressi”. Il fine ultimo è un rovesciamento radicale della mentalità e del costume. Questo coraggioso saggio di Eugenio Capozzi ricostruisce minuziosamente l’evoluzione storica del politicamente corretto e ne spiega i punti chiave. Di fatto, ci troviamo di fronte ad un’ideologia che, in maniera sempre più subdola e pervasiva, sta minando i concetti liberali di tolleranza e libertà, per sostituirli con altri artificiosi e ben poco democratici.