In questo secondo volume della sua trilogia sulla borghesia, Dignità borghese. Perché l’economia non riesce a spiegare il mondo moderno, l’economista americana Deirdre McCloskey spiega come siamo diventati più ricchi grazie al superamento di pregiudizi contro il commercio e l’innovazione radicati da millenni, e all’affermazione di un nuovo linguaggio più favorevole ai commercianti e agli imprenditori. Tra il XVIII e il XIX secolo avvenne infatti in Europa nordoccidentale una svolta epocale: la borghesia, a lungo guardata con sospetto, iniziò a essere riconosciuta come una classe degna e libera di perseguire le proprie ambizioni. Fu proprio questa nuova retorica borghese, fondata su dignità e libertà individuale, la vera forza motrice della crescita economica moderna: non il colonialismo, lo sfruttamento, le lotte sindacali o la legislazione sociale. La McCloskey smonta una dopo l’altra le spiegazioni materialistiche della crescita economica, come l’accumulazione di capitale, gli investimenti, il commercio estero o l’intervento statale. Il formidabile progresso degli ultimi secoli, che segna una cesura profonda nella storia umana, non è il frutto di fattori materiali, ma di un cambiamento nelle idee e nella mentalità. Sono state l’adozione di principi liberali in economia e la rivalutazione della borghesia a garantire alla stragrande maggioranza dell’umanità la possibilità di un’esistenza pienamente umana.