JOHAN NORBERG – Il Manifesto Capitalista (2023)

Quasi duecento anni dopo Il Manifesto del Partito Comunista, Johan Norberg evidenzia come non ci sia un solo dato che smentisca le seguenti affermazioni: il capitalismo ha tolto miliardi di persone dalla fame e dalla povertà, ha allungato l’aspettativa di vita, ha migliorato le condizioni materiali d’esistenza di chiunque.

FERNAND BRAUDEL – I tempi del mondo (1979)

Ne I tempi del mondo il grande storico francese delinea i contorni di una storia economica globale in una sorta di viaggio intellettuale che spazia attraverso tutti i continenti, delineando i tratti specifici di ciascuno di essi. Imperniato sul concetto di economia-mondo e sugli spazi che queste creano attorno alle città di riferimento, il libro descrive passaggio dalle economie cittadine ai mercati nazionali, fino a giungere alla nascita della rivoluzione industriale. Braudel pone la sua attenzione sul processo attraverso il quale il capitalismo, attraverso una serie di modelli successivi (quello della Serenissima, quello genovese, quello olandese e quello inglese) si è affermato negli ultimi quattrocento anni, segnando il successo dell’Europa industriale nei confronti delle altre civiltà ridotte a periferia di questo grande «Impero occidentale».

ANDREW McAFEE – Di più con meno (2019)

McAfee sostiene che per risolvere i problemi dell’ambiente non servono cambiamenti radicali. Al contrario, dobbiamo fare di più di quello che stiamo già facendo: far crescere economie di mercato tecnologicamente sofisticate in tutto il mondo. L’America e tutti i maggiori paesi industrializzati, infatti, anno dopo anno utilizzano progressivamente meno risorse, anche se l’economia e la popolazione continuano a crescere.

TITUS GEBEL – Free Private Cities (2018)

Un libro brillante e vivace, scritto non da un politico ma da un imprenditore. L’idea è di trovare un’alternativa al modello statale in grado di fornire tutti i servizi necessari in modo più efficiente e garantendo autodeterminazione, possibilità di votare con i piedi (secedere) e fine di un contratto

RAINER ZITELMANN – Ricchi! Borghesi! Ancora pochi mesi! (2019)

“Alla nascita gli hanno amputato l’etica”. Così viene descritto Gordon Gekko nel celebre Wall Street. Nei film e nelle serie televisive, le persone ricche sono spesso rappresentate in maniera negativa: ciniche, avide e senza cuore. Ma come sono invece nella realtà e soprattutto cosa pensa veramente la gente di loro? Se molti libri sono stati scritti sugli stereotipi che riguardano minoranze e specifici gruppi sociali, nessuno studio approfondito è però mai stato compiuto sui pregiudizi verso le persone facoltose. In questo libro Rainer Zitelmann esamina per la prima volta in maniera comparata gli atteggiamenti nei confronti della ricchezza e dei ricchi in cinque paesi occidentali: Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia e Stati Uniti. Dalle risposte date nei sondaggi emergono interessanti discrepanze tra i paesi, ma alcune differenze si trovano anche all’interno dei paesi stessi, considerati l’età, il genere, il reddito o il livello d’istruzione delle persone che hanno partecipato all’indagine. Nel libro viene inoltre sviluppato un Indice dell’invidia sociale che denota come molti pregiudizi nascano anche da un’errata percezione delle dinamiche economiche e da un diffuso sentimento anticapitalista.

MILTON FRIEDMAN – Capitalismo e libertà (1962)

In questo libro, che alla sua uscita fece scalpore per la radicalità delle proposte, Friedman analizza tutti gli ambiti nei quali lo Stato interviene nella società e nell’economia, proponendo di volta in volta delle strategie alternative al fine di preservare il bene più prezioso: la libertà di agire degli individui.

RODNEY STARK – La vittoria della ragione (2005)

Molti studiosi hanno cercato di dare una risposta a questo interrogativo, mettendo in luce i fattori geografici, politici, economici o tecnologici del successo dell’Occidente. Il professor Stark sottolinea che nessuno sviluppo sarebbe stato possibile senza una profonda fiducia nella ragione, la quale a suo parere affonda le sue radici nella religione cristiana.

NATHAN ROSENBERG, L.E. BIRDZELL Come l’Occidente è diventato ricco (1986)

Le ragioni principali del progresso occidentale vanno individuate invece nelle favorevoli condizioni istituzionali che ha goduto l’Europa nei secoli passati, quando la sfera economica è stata relativamente libera dai condizionamenti politici e religiosi

JACQUES TURGOT – Riflessioni sulla formazione e la distribuzione delle ricchezze (1766)

In questo sintetico trattato si trova per la prima volta il termine “capitale” per indicare la ricchezza accumulata e destinata all’investimento; è presente una delle prime analisi della figura dell’imprenditore; vi è una chiara spiegazione del tasso d’interesse.