CARLO LOTTIERI – Beni comuni, diritti individuali e ordine evolutivo (2020)

L’istituto della proprietà è, da anni, il bersaglio preferito di molti intellettuali e accademici occidentali. Presentata spesso come esempio di sopruso individualista e di legittimazione delle diseguaglianze sociali, la proprietà è divenuta preda di una tassazione e di una regolamentazione asfissiante, che tendono a svuotarla di contenuto. Nel suo saggio, Carlo Lottieri tenta di ristabilire un po’ d’ordine e di opporre una resistenza culturale al dilagare di quella che è diventata una vera e proprio ideologia, il “benecomunismo”. Prendendo spunto dal funzionamento delle vicinie medievali e delle città private americane contemporanee, Lottieri evidenzia come i beni comuni non siano affatto una negazione dell’istituto della proprietà privata: al contrario, essa ne è un elemento fondamentale in una dimensione allo stesso tempo cooperativa e individuale, nella quale gli individui trovano le soluzioni ai problemi della gestione collettiva. La gestione dei beni comuni è così sottratta all’arbitrio e alla coercizione della burocrazia statale, e affidata alla creatività contrattuale dei singoli.

'La proprietà privata permette di gestire al meglio i beni comuni'

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