Postdemocrazia di Colin Crouch si inserisce nella vasta letteratura scientifica che indaga i cambiamenti che hanno coinvolto i sistemi democratici occidentali dai primi anni del Duemila. L’analisi è particolarmente severa e prende di mira il cosiddetto “neoliberismo” che, secondo l’autore, avrebbe contagiato i processi democratici e inquinato il legame fra i partiti e i propri elettori. Sebbene tale opinione non sia del tutto inedita e aderente alla realtà, il libro merita di essere letto perché espone in termini molto chiari un’interpretazione tipicamente marxista dello Stato e della politica. La tesi di Crouch, infatti, è che le attuali “postdemocrazie” sono manovrate essenzialmente dagli interessi economici delle grandi aziende e delle multinazionali, le quali hanno accresciuto la propria influenza politica grazie alla globalizzazione dell’economia. Al di là delle forme democratiche, gli attuali sistemi politici occidentali sarebbero dunque espressione del dominio politico della classe capitalistica e imprenditoriale.