L’Italia è senza dubbio uno dei Paesi dove il rapporto tra i cittadini e la burocrazia è più conflittuale. Come noto, il nostro Paese occupa le ultime posizioni delle classifiche internazionali che misurano l’efficienza della pubblica amministrazione. Paradossalmente, però, l’ipertrofia degli apparati statali non accenna a diminuire. Questo pamphlet, la cui prima lettura non è semplice e può risultare ostica anche ad un pubblico più esperto – non tanto per i contenuti, quanto per la forma che in alcuni punti è un po’ troppo barocca e tende a perdersi in tecnicismi – è consigliato a tutti coloro che intendono approfondire gli aspetti ideologici e sociologici della burocrazia, e desiderano confrontarsi con le riflessioni di alcuni grandi pensatori del passato che hanno analizzato difetti e ambizioni dei funzionari – o come li definitiva Gianfranco Miglio, “l’aiutantato”. Ne emerge un quadro dove le tinte fosche prevalgono sugli aspetti positivi, denotando la necessità di ripensare molti dei meccanismi di controllo e di giudizio talvolta previsti in Costituzione, ma male applicati.