Il termine “neoliberismo” pare essere diventato la parola magica che mette d’accordo tutti, il capro espiatorio cui attribuire tutte le responsabilità per qualsiasi situazione che non ci aggrada. Succede un disastro in qualche parte del mondo, ed ecco che tutti si scagliano contro il neoliberismo imperante. Le crisi e le recessioni che, da ormai più di un decennio, stanno attanagliando tanti paesi del cosiddetto mondo avanzato sono, neanche a dirlo, frutto delle politiche neoliberiste. Non fanno eccezione i conflitti locali che malauguratamente costellano ancora troppe regioni dell’Africa e dell’Asia. Sicuramente utilizzare una parola come fosse una chiave passe-partout o un mantra propiziatorio, può produrre un risultato utile: quello di scaricare su un concetto vago tutte le nefandezze della collettività, la quale, in virtù di questo processo di trasferimento, non solo può ritenersi liberata, ma viene anche deresponsabilizzata dall’impegno di indagare le effettive origini di quei mali. Ma come spesso accade, sotto ogni formula magica può nascondersi il trucco. Il merito principale del libro di Mingardi è allora quello di mostrare come non sempre la verità o le soluzioni si trovino appellandosi a spiegazioni riduttive o accontentandosi di adottare nessi causali semplicistici.