L’opinionista inglese Douglas Murray affronta in questo bestseller internazionale gli interrogativi più cruciali sul futuro dell’Europa. Nella sua documentata riflessione, l’autore denuncia il disastro sociale prodotto dalle classi dirigenti europee, le quali hanno imposto contro la grande maggioranza dell’opinione pubblica un’immigrazione incontrollata di persone che spesso non si integrano nel tessuto sociale, ma anzi ne fanno terra di conquista per l’espansione del proprio credo. A dispetto delle rassicurazioni provenienti dai politici, gli europei stanno prendendo coscienza del fatto che, nell’arco della propria vita o di quella dei propri figli, diventeranno una minoranza all’interno del proprio Paese. Murray definisce “strano” questo suicidio culturale dell’Europa, dato che le civiltà normalmente combattono per preservare la propria eredità culturale. Spalancare le porte agli invasori e sussidiarli rappresenta invece un’aberrazione storica originata probabilmente da un malinteso senso di colpa per il passato. Gli europei, conclude Murray, dovrebbero invece provare a perdonarsi anziché continuare a rimproverarsi per ciò che è stato, attingendo alla memoria delle proprie glorie e non soltanto dei momenti bui.