Ne Lo Stato innovatore Mariana Mazzucato racconta il ruolo dello Stato in un modo che non siamo abituati a sentire. Siamo soliti sentirci dire che lo Stato serve a proteggere i più deboli, a limitare le disuguaglianze, ad assicurare un minimo di giustizia sociale, a garantire la democrazia, a perseguire il bene comune e l’interesse generale, ad ovviare ai così detti fallimenti del mercato, e molto altro, ma raramente lo Stato ci viene presentato come il vero motore della crescita e soprattutto dell’innovazione. È questa invece la singolare tesi del libro: è lo Stato, che può adottare un orizzonte di più lungo periodo e che ha le risorse per correre rischi maggiori rispetto ai privati, l’unico che può davvero mettere in campo gli investimenti necessari per l’innovazione. E di fatto ci sono la ricerca, gli appalti e i finanziamenti pubblici dietro alle più grandi innovazioni della storia recente, da Internet agli smartphone, passando per le biotecnologie. Se a molti lo “Stato innovatore” può sembrare una contraddizione di termini, per Mariana Mazzucato è una realtà e una garanzia di prosperità futura.