Il celebre guru tecnologico americano George Gilder sviluppa, in questo libro il cui titolo italiano suona “Il test d’Israele. Perché lo Stato più assediato del mondo è un faro di libertà e speranza per l’economia mondiale”, un appassionato elogio della società israeliana e della cultura ebraica. A suo parere la diffusa avversione verso lo Stato di Israele scaturisce, come l’antisemitismo in generale, dall’invidia per i suoi eccezionali risultati. L’improvvisa ascesa di Israele come potenza mondiale capitalista e tecnologica, spiega Gilder, deriva dalla tradizionale “cultura della mente” ebraica, ma ha potuto esplodere in tutto il suo potenziale solo dopo le liberalizzazioni e privatizzazioni decise da Benjamin Netanyahu nel 2003-2005, che hanno fatto di Israele la nazione con più aziende Start-Up tecnologiche del mondo. Le nazioni in declino, conclude Gilder, sono quelle che hanno fallito il “Test di Israele”, perché si sono fatte travolgere dall’odio e dal risentimento invece di ammirare ed emulare le sue grandi realizzazioni.