Parag Khanna, uno dei maggiori esperti internazionali di geopolitica, ha scritto un libro controverso e al tempo stesso affascinante. Partendo dall’osservazione del successo delle piccole realtà statuali e di alcune città e aree regionali, l’autore propone una tesi di fondo che potrebbe sembrare discutibile: che la tecnocrazia sia un elemento ormai irrinunciabile per il buon funzionamento di un sistema politico. Eppure, non si può negare come sia diventato più che mai necessario esplorare nuove strade, anche impopolari, per cercare di rendere più efficienti i sistemi democratici occidentali. Il pragmatismo asiatico, ad esempio, ha permesso ad alcuni Paesi orientali di balzare ai primi posti nelle classifiche internazionali di efficienza e competitività. L’altra faccia della medaglia è la gestione, spesso opinabile, delle procedure elettorali: ma non è forse vero che, anche in Occidente, la cosiddetta “volontà popolare” non è talvolta rispettata? Per questi motivi è bene leggere questo libro senza pregiudizi e preconcetti, cercando di trarne il meglio per una riflessione a 360° sulla necessità di modernizzare le architetture istituzionali e la democrazia.