L’economista americano Mancur Olson, importante esponente della scuola delle scelte pubbliche (Public Choice), offre una spiegazione originale delle ragioni per cui, con il passare del tempo, un’economia dinamica e produttiva si irrigidisce e cessa di crescere. Olson attribuisce le cause della sclerotizzazione dell’economia ai crescenti oneri imposti dai gruppi di interesse come le lobby, i sindacati, le corporazioni e le burocrazie che tutelano i propri “diritti acquisiti” a spese della società nel suo insieme. Dal momento che i vantaggi di queste politiche sono concentrati tra i membri di piccole coalizioni, mentre i costi sono diffusi in tutta la popolazione, la resistenza pubblica nei loro confronti è scarsa. Solo dei grandi sconvolgimenti come le guerre o le rivoluzioni possono distruggere questi interessi consolidati, permettendo all’economia di tornare a crescere. Questa teoria spiega, secondo l’autore, il boom economico dell’Italia e di altre democrazie occidentali dopo la seconda guerra mondiale, seguito dal ristagno quando i gruppi d’interesse hanno ripreso il sopravvento.