Gli intellettuali e l’organizzazione della cultura è il primo dei sei volumi nei quali, dopo la morte di Antonio Gramsci, è stata sistemata per argomento l’enorme mole di materiale, oltre 3300 pagine, che compone I Quaderni dal carcere. Gramsci, uno dei più originali interpreti della tradizione marxista, affronta in questo scritto il processo di formazione del ceto degli intellettuali all’interno della società. Egli ritiene che i ceti subalterni necessitino della figura di un intellettuale organico che dia loro una coscienza di classe e conquisti per loro, attraverso il partito, l’egemonia culturale, cioè un primato sul resto della collettività. L’intellettuale comunista, in quanto organico alla classe che deve costruire il nuovo mondo, non è solo un uomo di pensiero ma anche un organizzatore e un dirigente politico, cioè un uomo che si schiera. Nel secondo dopoguerra la sinistra politica conquisterà l’egemonia culturale in molti paesi occidentali applicando alla perfezione la strategia gramsciana.