In questo libro sorprendente intitolato “La rivincita di Marx. La resurrezione del capitalismo e la morte del socialismo di Stato”, il baronetto di origini indiane Sir Meghnad Desai, uno dei maggiori economisti marxisti britannici, afferma che il trionfo del mercato globalizzato seguito al collasso del comunismo non rappresenta il fallimento di Karl Marx, ma la sua rivincita. Il fondatore del socialismo scientifico si è vendicato di tutti coloro che, da Lenin in poi, si sono richiamati ai suoi insegnamenti per instaurare dei regimi totalitari con la forza e il terrore. Marx infatti non credeva che il socialismo potesse essere imposto prima del tempo con i mezzi rivoluzionari. Il comunismo, punto d’arrivo dell’evoluzione sociale, sarebbe apparso solo dopo che il capitalismo avesse dispiegato ed esaurito tutto il suo potenziale produttivo. Ostacolare il capitalismo significava quindi andare contro la direzione della storia. Per questa ragione, afferma Desai, il pensiero più maturo di Marx è decisamente antistatalista e contrario agli interventi governativi nell’economia che inceppano le dinamiche produttive. Questa paradossale interpretazione “liberista” del pensiero di Marx farà riflettere non solo i sostenitori del marxismo, ma anche i suoi avversari.