Il contratto sociale di Rousseau è un’opera da collocarsi dopo il Discorso sulle scienze e sulle arti e il Discorso sull’origine della diseguaglianza. In queste opere Rousseau aveva espresso il suo giudizio negativo sul progresso, visto come un cammino di corruzione, e sullo stato raggiunto dall’umanità, visto come corrotto e decadente. Ne Il contratto sociale, posto che tornare indietro non gli appare possibile, propone come rimedio politico il modello di uno Stato costituito su un patto sociale e diretto dalla volontà generale, nel nome dell’interesse comune, per tutelare libertà e sicurezza di tutti. L’opera fu molto influente, segnò anche la Rivoluzione francese, ma i concetti di “contratto sociale”, “bene comune”, “interesse generale”, “servizio pubblico” che essa esprime, sono un riferimento costante anche ai giorni nostri: partiti, associazioni, movimenti, intellettuali vi fanno continuo ricorso. Si tratta di una visione della società anti individualista e quindi lontana dall’idea liberale, ma di grande attualità, e largamente condivisa.