Il senso della vita, l’ultima opera di Alfred Adler, rappresenta la versione più matura e definitiva del suo pensiero. La sua Psicologia Individuale Comparata, che ha avuto larga diffusione in Europa e in America, rappresenta uno dei tre filoni storici della psicologia del profondo, insieme alla Psicoanalisi di Freud e alla Psicologia Analitica di Jung. Adler, nato come Freud in una famiglia ebraica di Vienna, collaborò con lui dal 1902 al 1911, ma poi si separò per gravi divergenze teoriche, creando così la prima divisione all’interno degli studiosi di psicoanalisi. La concezione di Adler è infatti notevolmente diversa da quella di Freud. La vita dell’uomo, a suo parere, non ruota attorno alla sessualità, ma alla volontà di affermazione. La nevrosi non nasce dalla repressione sociale degli istinti, ma al contrario dall’educazione viziante che rende le persone incapaci di affrontare le sfide della realtà. Le idee di Adler hanno finito con il permeare non solo la psicologia, ma anche il linguaggio comune, che ha adottato termini di origine adleriana come “complesso d’inferiorità”, “complesso di superiorità”, “stile di vita”, “protesta virile”.