Anarchia, Stato e Utopia è un’opera fondamentale nell’ambito della teoria libertaria, perché l’enorme attenzione che ricevette nell’establishment accademico fece uscire questa corrente di pensiero dall’ombra in cui era relegata. A tale esito probabilmente contribuì l’utilizzazione da parte di Nozick di alcuni strumenti concettuali e linguistici della filosofia analitica, all’epoca dominante nel mondo anglosassone. Il grande valore dell’opera va rintracciato soprattutto nella giustificazione teorica di uno Stato minimo all’interno di uno schema di evoluzione socio-economica spontanea, in contrapposizione alle tesi liberal di John Rawls. Gli individui hanno il diritto di possedere le loro proprietà e non vi è alcuna legittimità morale negli interventi redistributivi della ricchezza compiuti coercitivamente dai poteri pubblici. L’interesse ricevuto dall’opera presso l’intellettualità mainstream ha successivamente, ma erroneamente, generato l’identificazione del libertarismo con la teoria di Nozick. Le altre correnti di pensiero, quando hanno voluto confutare la teoria libertaria o parti di essa, si sono quasi sempre confrontate solo con questo autore, ignorando i più coerenti e articolati edifici teorici delle componenti anarchiche, giusnaturaliste o razionaliste del libertarismo.
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