Ne Il capitalismo e gli storici Hayek raccoglie e introduce una serie di saggi di diversi autori (T.S. Ashton, L.M. Hacker, Bertrand de Jouvenel, V.H. Hutt, R.M. Hartwell), che trattano il modo con cui gli storici e gli intellettuali hanno studiato, interpretato e tramandato l’avvento del sistema di fabbrica. Digiuni di economia e influenzati da idee socialiste o comunque da pregiudizi romantici anticapitalisti, essi hanno tramandato una visione distorta dell’industrializzazione, che purtroppo è divenuta quella comunemente accettata. Ma gli specialisti hanno ormai dimostrato che la rivoluzione industriale non peggiorò le condizioni di vita delle masse lavoratrici. Anzi, proprio il sistema di fabbrica permise non solo un costante aumento del tenore di vita generale, ma anche la sopravvivenza di un numero di persone molto superiore rispetto al passato. Questo libro ha cominciato a cambiare la trattazione storiografica della rivoluzione industriale, depurandola da tanti errati luoghi comuni.