In Stati Assassini il professor Rudolph Rummel, uno dei massimi studiosi mondiali della violenza commessa dai governi, esplora il “democidio”, cioè l’uccisione da parte degli Stati di persone disarmate. Ordinandoli dal più al meno omicida, analizza quattordici regimi. Si tratta di un libro duro da leggere, perché affronta una lunga successione di crimini efferati: genocidi, pulizie etniche, rastrellamenti, campi di concentramento, fosse comuni, torture, carestie indotte e altro ancora. Non si tratta però di una insistenza gratuita sulla violenza, ma dell’affermazione di una verità con cui è dovere di ogni uomo fare i conti. Gli Stati sono assassini, e più il Potere si concentra, più le persone muoiono. Il Potere e l’apparato statale sono la vera causa di queste morti, è la loro esistenza la costante dietro alle idee omicide che di volta in volta si alternano sulla scena.