La libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni (1819) è il testo più conosciuto di Benjamin Constant. Si tratta di una conferenza tenuta all’Athénée Royal di Parigi e centrata sulla distinzione tra il modo di intendere la libertà degli antichi e quello dei moderni. Per gli antichi la libertà era fatta di partecipazione politica ed esercizio diretto della sovranità da parte dei cittadini; per i moderni la libertà è soprattutto personale e civile: è libertà negli affari, nel lavoro, nella religione e in tutte le proprie faccende private. Il discorso di Constant è stato riconosciuto dal variegato universo del pensiero liberale come uno dei fondamenti del liberalismo, e con esso si sono confrontati i suoi più diversi esponenti, da Norberto Bobbio ad Isaiah Berlin, che ne ha tratto lo spunto per la sua celebre distinzione fra libertà negativa e libertà positiva. Inoltre è in questo testo che si trova un interessante giudizio critico sulla rivoluzione francese, fallita secondo Constant per aver confuso i due tipi di libertà e aver cercato, sotto l’influenza delle idee di Rousseau, di riproporre in tempi moderni la libertà degli antichi.