L’importanza di Dante non è limitata al campo poetico e letterario, ma si estende anche alla riflessione politica. Il Monarchia, trattato scritto in un latino logico e rigoroso, ha avuto una considerevole eco, per l’autorità dell’autore, per gli argomenti svolti e soprattutto per la posizione assunta riguardo la questione politica fondamentale del suo tempo: se la supremazia spetti all’autorità religiosa o all’autorità laica. Non sorprende che l’Alighieri, il quale durante la sua attività politica aveva lottato per difendere l’autonomia del Comune fiorentino dalle pretese temporali di papa Bonifacio VIII, in quest’opera si schieri a sostegno dell’imperatore, pur distinguendo l’autonomia dei rispettivi ambiti. A suo avviso solo un unico potere supremo, di natura universale, può garantire la pace e l’armonia sociale. Nei secoli successivi, tuttavia, l’affermazione degli Stati nazionali renderà sempre più anacronistico l’ideale politico di Dante.