PIERRE JOSEPH PROUDHON – La teoria della proprietà (1866)

Nel 1840 Pierre Joseph Proudhon aveva suscitato un forte scandalo in Francia pubblicando Qu’est ce que la Propriété? (Che cos’è la proprietà), nel quale si trova la celebre affermazione “La proprietà è un furto”. Più di vent’anni dopo, nel 1862, scrive però una nuova opera sulla proprietà, Theorie de la propriété (La teoria della proprietà, che uscirà postuma nel 1866) nella quale è evidente una profonda evoluzione del suo pensiero. Egli rivaluta infatti il diritto di proprietà per la sua importantissima funzione politica di limitare il potere politico e fare da contrappeso alla potenza altrimenti irresistibile dello Stato. In maniera sorprendente, il più grande critico della proprietà arriva quindi, al termine del suo percorso intellettuale, a prenderne con forza le difese di questo istituto, in quanto baluardo della libertà individuale e fonte del progresso sociale: un riconoscimento davvero notevole per un pensatore socialista! Questi ripensamenti e queste apparenti contraddizioni, che costellano un po’ tutta l’opera di Proudhon, testimoniano l’incessante lavoro di riflessione di un pensatore che vuole giungere sempre più in profondità, perché mai interamente soddisfatto delle proprie conclusioni.

'La proprietà serve a controbilanciare la potenza della Stato'

8

importanza

8.0/10

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