Il libro nero del comunismo, pubblicato nel 1997 da Stéphane Courtois, Nicolas Werth e altri studiosi francesi, alcuni dei quali allievi di François Furet, è una delle prime opere che affronta in maniera globale un argomento passato per lungo tempo sotto silenzio: il costo umano dell’esperimento comunista nel Novecento. Il libro, anche per la scelta fortunata del titolo, ha riscosso fin da subito un grande successo editoriale, ma ha scatenato, com’era prevedibile, forti polemiche politiche. L’estensione e la profondità della ricerca, che si sviluppa in 770 pagine, fanno comunque di questo lavoro un imprescindibile punto di riferimento storiografico sulla materia.