A. KLING, N. SCHULZ – Economia 2.0 (2009)

Negli ultimi decenni è avvenuta una rivoluzione nel campo della scienza economica. L’economia tradizionale, che gli economisti americani Arnold Kling e Nick Schulz chiamano Economia 1.0, si fondava su presupposti materialisti e statici, e trascurava i fattori immateriali e dinamici. Per decenni i vecchi economisti ci hanno raccontato, ad esempio, che lo sviluppo è dovuto all’abbondanza dei fattori di produzione (risorse naturali, capitale e lavoro) e il sottosviluppo alla loro scarsità. Basta quindi trasferire capitali, fabbriche e strumenti di produzione ai Paesi poveri per promuoverne la crescita. Questa impostazione non riesce però a spiegare come mai molti Paesi ricchi di materie prime o che hanno ricevuto cospicui aiuti dall’estero, come quelli africani, non hanno intrapreso alcun processo di sviluppo, mentre altri Paesi privi di risorse naturali e senza ricevere aiuti, come Hong Kong, Singapore, Taiwan o la Corea del Sud, abbiano conosciuto uno sviluppo sensazionale. La spiegazione corretta ce la offre l’Economia 2.0, la quale dice che i fattori decisivi che innescano il processo di innovazione e di crescita sono quelli immateriali e intangibili, cioè le istituzioni, i diritti di proprietà, le conoscenze, il capitale umano, l’etica del lavoro, la fiducia e così via. Questi concetti vengono approfonditi nelle interviste a importanti economisti contemporanei, come Fogel, Solow, Romer, Mokyr, North, Easterly, Phelps, Bhide, Lewis e Baumol.

'La nuova economia è fatta di conoscenze e beni intangibili'

€ 24.00
9

Importanza

9.0/10

Pros

  • Trama di Guglielmo Piombini