NORMAN M. NAIMARK – Stalin’s Genocides (2010)

Tra l’inizio degli anni Trenta e la sua morte nel 1953, Stalin fece giustiziare milioni di suoi concittadini. Se a questi sommiamo le vittime delle carestie da lui provocate, degli interrogatori e delle torture della polizia politica, delle deportazioni, dei lavori forzati e delle terribili condizioni di vita nel Gulag, il conto delle vittime sale a circa venti milioni di persone. Il libro Stalin’s Genocides (“I genocidi di Stalin”) ripercorre la storia agghiacciante di questi crimini e afferma che le brutali uccisioni di massa avvenute in Urss negli anni Trenta vanno considerate azioni genocide, e che il dittatore sovietico fu il responsabile principale. Norman Naimark, uno dei più autorevoli esperti dell’era sovietica, sfida l’idea ampiamente diffusa che i crimini di Stalin non costituiscano genocidio, dato che la Convenzione delle Nazioni Unite considera genocidio l’uccisione premeditata di un gruppo di persone a causa della loro razza, religione o nazionalità, escludendo, anche se non esplicitamente, gli stermini politici o di classe. Naimark spiega come Stalin sia diventato uno spietato assassino di massa, analizza gli episodi più importanti e strazianti della distruzione sistematica del suo popolo (la liquidazione dei contadini kulaki, la carestia ucraina, il Grande Terrore e le deportazioni di intere nazionalità) e li esamina alla luce di altri genocidi della storia. Infine, Naimark confronta i crimini di Stalin con quelli del più noto genocida, Adolf Hitler.

'I crimini di Stalin vanno classificati come genocidi'

9

Importanza

9.0/10

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