Politici, attivisti e media diffondono un messaggio ansiogeno: il cambiamento climatico sta distruggendo il pianeta e dobbiamo prendere subito provvedimenti drastici per fermarlo, altrimenti sarà la catastrofe. I leader mondiali, bramosi di poter espandere il potere dei governi, hanno colto al volo l’opportunità di questa “emergenza”, vera o presunta che sia. Secondo Bjørn Lomborg, celebre per il suo libro L’ambientalista scettico, che una ventina d’anni fa suscitò la rabbia degli ambientalisti radicali, afferma che i governi si sono impegnati in politiche estremamente costose ma inefficaci, senza considerare le conseguenze drammatiche a livello economico e sociale, soprattutto per i paesi più poveri. Nel suo nuovo libro, Falso allarme. Perché il catastrofismo climatico ci rende più poveri e non aiuta il pianeta, bestseller internazionale con oltre 120.000 copie vendute dell’edizione in lingua inglese, Lomborg adotta una posizione ragionevole e moderata, una via di mezzo tra gli allarmisti e i negazionisti. A suo parere il cambiamento climatico, di cui non nega l’origine antropica, è un problema serio ma non è la minaccia apocalittica che ci viene raccontata. Occorre invece valutare le politiche per il clima nello stesso modo in cui valutiamo ogni altra politica, in termini di costi e benefici. La cosa più interessante del saggio è nella rivendicazione di un sentimento, o sarebbe meglio dire stato d’animo, che non va più di moda: la pazienza.