SALMAN RUSHDIE – Coltello (2024)

Il 12 agosto 2022 Salman Rushdie, lo scrittore simbolo della libertà di espressione, da trent’anni vittima della fatwa emanata dall’ayatollah Khomeini per il suo romanzo I versi satanici, ha subito negli Stati Uniti un grave attentato da parte di un integralista islamico in un contesto protetto. Nel libro Coltello. Meditazioni dopo un tentato assassinio racconta per la prima volta, senza finzione narrativa, quello che ha provato e come è andata, dalla sera prima dell’attacco alla remissione, compresi i danni riportati, tra cui la perdita di un occhio, e le “dolci conferme”, a partire dall’amore della moglie Eliza, la poetessa che conobbe nel 2017 e che l’assisterà con devozione. Quando affronta l’argomento del terrorismo fondamentalista, preferisce lasciare da parte le analisi politiche e parlare della vita vera, quella fatta di sentimenti, amori e legami personali. Si limita a chiamare A. (come Assassino, ma anche come Asino) il suo assalitore, che per la sua pochezza personale e intellettuale non niente di più. Di particolare interesse è la riflessione sul suo rapporto con la religione: Rushdie riafferma il suo ateismo pur riconoscendo la natura quasi miracolosa della sua guarigione e il forte influsso culturale che il cristianesimo ha avuto nella sua vita.

“Contro il coltello del mio aggressore userò la mia lingua”

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  • Riassunto di Riccardo Canaletti