Il termine “liberale” viene usato in questo libro più nel senso americano di liberal che in quello europeo. I politologi Ivan Krastev e Stephen Holmes sono infatti due studiosi di orientamento progressista vicini al Partito Democratico degli Stati Uniti. I loro obiettivi polemici sono i governi conservatori della Polonia e dell’Ungheria, con la loro “fissazione” per l’identità nazionale e le chiusure all’immigrazione, e i governi autoritari della Russia e della Cina per le sfide che pongono all’ordine internazionale liberale. Nel libro La rivolta antiliberale. Come l’Occidente sta perdendo la battaglia per la democrazia descrivono il meccanismo imitativo che sembra aver caratterizzato la politica internazionale dalla fine della Guerra Fredda a oggi. Se in una prima fase i Paesi dell’ex blocco hanno imitato positivamente l’Occidente, questa imitazione ha portato a una reazione illiberale in nome del nazionalismo e del populismo. Parallelamente altri Paesi, come la Cina, hanno “imitato” segretamente l’Occidente, fino a poter competere con l’America. Questo ha portato a una reazione all’imitazione anche da parte di alcuni partiti occidentali, come i Repubblicani americani sotto Donald Trump. Così la “rivolta antiliberale” si è diffusa non solo nei Paesi avversari, ma anche all’interno dell’America.