Nel libro Il labirinto degli smarriti. L’Occidente e i suoi avversari, lo scrittore francese di origini libanesi Amin Maalouf narra in maniera affascinante le origini storiche del confronto tra l’Occidente e i suoi avversari, ripercorrendo il cammino di quattro grandi nazioni: il Giappone, primo paese dell’Asia a sfidare la supremazia delle nazioni “bianche”, campione di accelerazioni e successi sorprendenti e di altrettanto veloci cadute; la Russia sovietica, che costituì per tre quarti di secolo una formidabile opposizione all’Occidente e al suo sistema di valori, prima di implodere e crollare a sua volta; la Cina, che nel XXI secolo, per il suo sviluppo economico, per il peso demografico e per l’ideologia dei suoi leader, rappresenta la principale sfida allo status quo del predominio occidentale; e infine gli Stati Uniti, che hanno resistito a ciascuno di questi sfidanti per diventare da oltre un secolo e mezzo l’unica potenza finanziaria, militare, culturale capace di egemonia, ma che mostrano oggi, a loro volta, i segni di crisi. Per l’autore, l’Occidente incarnato dall’America sarà anche in declino, ma chi volesse sostituirsi ad essa contestandone i valori di fondo andrebbe incontro a un fallimento ancor maggiore.
“I paesi che basano il loro comportamento sul disprezzo dell’Occidente vanno generalmente alla deriva verso la barbarie e la regressione”
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- Trama di Guglielmo Piombini