Per molti secoli il Medio Oriente è stato all’avanguardia nelle scienze e nelle arti, e dominante sul piano politico e militare. Ma questo predominio lentamente è passato all’Occidente, prima sui campi di battaglia, poi nel commercio e nello sviluppo scientifico. Nel libro Il suicidio dell’Islam. In che cosa ha sbagliato la civiltà mediorientale, andato in stampa poco prima che si verificassero gli attentati dell’11 settembre, lo storico inglese Bernard Lewis, tra i maggiori esperti di storia islamica, descrive i rapporti tra Occidente e Oriente tra il diciottesimo e il ventesimo secolo, durante i quali la superiorità dell’Occidente si fece sempre più netta in ogni campo. I rimedi che i modernizzatori musulmani hanno tentato da allora in campo economico, politico e militare sono stati a dir poco deludenti, e il divario fra queste due civiltà è andato crescendo. L’ultimo scorcio del XX secolo ha riservato all’Islam nuove cocenti umiliazioni: essere surclassato non solo dagli eredi dell’Europa cristiana “barbara e miscredente”, ma anche dai paesi più avanzati dell’Estremo Oriente, come il Giappone e la Corea del Sud; e per di più sconfitti nettamente sul piano militare dal piccolo Stato di Israele. Di chi è la colpa di tutto questo? Lewis offre il ritratto di una civiltà che si interroga sui motivi del proprio declino.