La pazzia delle folle. Gender, razza e identità di Douglas Murray è stato premiato dal Times come Libro dell’anno. Lo scrittore inglese analizza i comportamenti irrazionali sempre più diffusi nelle società occidentali contemporanee, e cerca di offrirne una spiegazione. Con la morte della fede cristiana e delle ideologie politiche, cioè quelle credenze che hanno alimentato i secoli passati, oggi siamo arrivati alla negazione di ogni verità. Si può vivere, però, senza un criterio morale che orienti le nostre scelte e senza nessun racconto che offra un perché alla vita? Poiché la natura aborre il vuoto, nella nostra epoca post-moderna si è fatta strada, secondo Murray, una nuova religione: la “politica identitaria”, che atomizza la società in diversi gruppi d’interesse in base al genere, alla razza, all’etnia, alle preferenze sessuali e così via. Tutti questi gruppi si atteggiano a vittime e rivendicano una superiorità morale che deve essere riconosciuta come un diritto indiscusso. Questa religione identitaria non può, per Murray, che generare follia. La pazzia, infatti, non è altro che il capovolgimento ideologico del buon senso comune e di tutte le convinzioni date da sempre per scontate. Come tutte le fedi prive di senno, questo credo è tutt’altro che privo di pericoli, poiché capovolge nel suo opposto, cioè in nuove forme di intolleranza, le conquiste liberali dei diritti civili.