Pascal Brückner è uno dei più noti Nuovi Filosofi francesi che negli anni Sessata rifiutarono il marxismo e l’ideologia della Nuova Sinistra. Nel corso degli anni, insieme ad André Glucksmann, Bernard Henri Levy e altri, Brückner ha sviluppato un modo di fare filosofia legato all’attualità e in difesa della “causa occidentale”. In questo libro l’autore, che già in passato aveva coniato il concetto di “razzismo anti-bianco”, smaschera i ragionamenti pericolosi e illiberali che si nascondono dietro la tendenza a vedere nell’Occidente il capro espiatorio di qualsiasi problema del mondo. Crollato il comunismo, le sinistre occidentali hanno adottato infatti una nuova ideologia che ha soppiantato la lotta di classe con il conflitto delle identità. Tre nuove correnti di pensiero (neofemminista, antirazzista e anticolonialista) individuano infatti un nemico comune nell’uomo uomo maschio, bianco, eterosessuale e occidentale. Brückner analizza gli effetti di questi nuovi discorsi che portano di fatto alla sostituzione un razzismo con un altro. Stiamo assistendo, denuncia l’autore, al capovolgersi del progressismo in un nuovo oscurantismo.