ENZO BETTIZA – La Primavera di Praga (2008)

Il 5 gennaio 1968 Alexander Dubcek viene eletto segretario generale del Partito comunista cecoslovacco: si inaugura così una stagione di riforme assolutamente unica nella storia dei paesi satelliti dell’Unione Sovietica. È la Primavera di Praga. I sovietici non tardano ad avvertire il pericolo, come dodici anni prima a Budapest. E la notte del 20 agosto 1968 occupano l’aeroporto mentre una colonna di carri armati irrompe a Praga, tra lo sgomento dei cittadini. All’alba del 21 agosto un commando del Kgb arresta Dubcek nella sede del comitato centrale del Partito comunista. Il 16 gennaio 1969 uno studente, Jan Palach, si cosparge di fuoco sotto la statua di San Venceslao a Praga per protestare contro l’invasione sovietica, e muore tre giorni dopo. Enzo Bettiza, inviato del Corriere della Sera, visse in prima persona, sul posto, quei tragici momenti e nelle pagine del libro La Primavera di Praga. 1968: la rivoluzione dimenticata ce ne consegna il racconto appassionato e puntuale. Quella praghese fu, secondo Bettiza, la vera rivoluzione del 1968, anche se dimenticata. Mentre in Occidente, scrive Bettiza, il ’68 fu un’esplosione di follia ideologica violenta e demenziale di giovani annoiati per il troppo benessere e per la troppa libertà, il ’68 di Praga rappresentò qualcosa di molto più serio: la tragica sconfitta dell’anelito alla libertà di una nazione pacifica alla prepotenza armata del potere totalitario.

“La Primavera di Praga fu la rivoluzione dimenticata del 1968”

8

IMPORTANZA

8.0/10

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