Le riflessioni di Isaiah Berlin, uno dei più importanti intellettuali del Novecento, hanno dato un fondamentale apporto alla teoria sociale. In particolare, la sua lezione inaugurale su Due concetti di libertà, tenuta a Oxford nel 1958, è considerata un classico del pensiero politico. In tale saggio Berlin distingue la libertà in libertà negativa (o libertà da) e libertà positiva (o libertà di). La prima si traduce nell’assenza di ostacoli all’azione individuale; la seconda si concretizza nella possibilità dell’individuo di agire e di partecipare all’esercizio del potere. Secondo Berlin entrambe le concezioni sono necessarie alla definizione del concetto di libertà, ma il più delle volte finiscono per entrare in conflitto fra loro. Le libertà negative, così come concepite dai liberali classici, possono infatti essere violate dalle libertà positive rivendicate dai democratici, dai rivoluzionari o dai socialisti. Pur riconoscendo validità anche agli argomenti di questi ultimi, Berlin ritiene che occorra conservare quantomeno un nucleo fondamentale di libertà negative per evitare che la società precipiti nell’autoritarismo. Questo approccio liberale di Berlin si ritrova anche negli altri tre saggi raccolti nel libro, dedicati rispettivamente alla differenza tra le idee politiche dell’Ottocento e del Novecento, alla critica delle dottrine storiciste e deterministe (quali quelle di Hegel e Marx) e all’elogio della personalità e delle idee di John Stuart Mill, che Berlin considera il più illustre difensore della libertà individuale.