Lo storico Andrea Graziosi, tra i maggiori esperti di storia dell’Unione sovietica e dell’Europa orientale, riflette in questo libro sulle cause e sulle conseguenze dei mutamenti che hanno progressivamente trasformato l’Occidente scaturito dal secondo conflitto mondiale. Il Covid e l’invasione russa dell’Ucraina hanno illuminato di colpo l’evoluzione e la crisi delle società occidentali e hanno reso evidente quanto le categorie con cui siamo cresciuti e abbiamo interpretato il Novecento siano ormai logore. La fine del tradizionale serbatoio demografico costituito dal mondo contadino, il crollo delle nascite e lo straordinario balzo in avanti nell’attesa di vita ha reso le società occidentali più vecchie e meno vitali, al punto che devono importare energie umane dall’esterno per poter sopravvivere. La Modernità sembra contenere quindi una contraddizione demografica, dato che, raggiunto un certo livello di benessere e di sicurezza sociale, il rifiuto degli individui di riprodursi mette a rischio non solo la tenuta economica della società, ma crea anche delle società anziane, deboli, impaurite, stagnanti e meno felici. Occorre quindi che gli occidentali, se desiderano salvare la propria civiltà, prendano coscienza di questa contraddizione e vi pongano rimedio, prima di esservi costretti da misure autoritarie o dal grave peggioramento delle condizioni di vita.