Indiscussa protagonista del nostro tempo è l’evoluzione dei sistemi e delle architetture informatiche, che hanno via via trasformato i dati sensibili degli individui in una fonte di ricchezza inesauribile. Si è così sviluppata una forma di capitalismo fondata sull’estrazione, l’utilizzo e la vendita di queste informazioni. In questo saggio considerato una pietra miliare sull’argomento, la professoressa di Harvard Shoshana Zuboff ha studiato lo sviluppo delle aziende digitali come Google, Facebook, Apple, Amazon o Microsoft, giungendo alla conclusione che la loro attività costituisce una nuova forma di accumulazione capitalista che definisce “capitalismo della sorveglianza”. I pericoli di questo tipo di capitalismo, secondo l’autrice, sono principalmente due: innanzitutto, le grandi società tecnologiche ottengono tali informazioni gratuitamente e senza un esplicito consenso; in secondo luogo, in questo mercato dei dati sensibili c’è pochissima supervisione da parte dei governi e degli utenti stessi. Il capitalismo della sorveglianza. Il futuro dell’umanità nell’era dei nuovi poteri si prefigge, dunque, l’obiettivo di dare un volto a questa nuova forma di capitalismo e renderla visibile ai nostri occhi, suggerendo la necessità di una vera e propria “autodifesa digitale” per evitare che il potere nelle mani dei giganti del web sia sempre più ampio e privo di controllo.