Suicidio occidentale: Perché è sbagliato processare la nostra storia e cancellare i nostri valori è un veemente pamphlet di denuncia del noto giornalista Federico Rampini, da molti anni residente negli Stati Uniti. Proseguendo nella sua presa di distanza dalle mode ideologiche della sinistra dalla quale proviene, Rampini ci mette in guardia dall’esperimento estremo che sta avvenendo in America, dove il pensiero progressista dominante, quello che le élite diffondono nelle università, nei media, nella cultura di massa e nello spettacolo, impone ai bianchi occidentali di demolire ogni autostima, di colpevolizzarsi, di flagellarsi. Secondo questa dittatura ideologica non abbiamo più valori da proporre al mondo e alle nuove generazioni, ma solo crimini da espiare. Chi non si allinea all’ideologia “antirazzista” (che porta in realtà al razzismo verso i bianchi) e alla religione dell’ambientalismo (antiscientifica e contro la crescita economica) viene messo a tacere, allontanato, denigrato, perseguitato: molti hanno perso il lavoro, gli amici e le relazioni sociali, come documenta Rampini in numerosi esempi sconcertanti. In questo modo, conclude l’autore, l’Occidente sta rinnegando i propri valori e si sta autodistruggendo, avviandosi verso la fine della sua storia. I segnali della decadenza dell’Occidente, infatti, sono evidenti non solo nella cultura, ma anche nella geopolitica, nell’economia e nella demografia. La nostra civiltà avrà la capacità di risvegliarsi e di rianimarsi, o si lascerà morire?