Nel corso della storia, per l’umanità l’unico modo di crescere è stato quello di depredare la Terra: abbattere le foreste, inquinare aria e acqua, estrarre risorse all’infinito. Fin dalla prima Giornata della Terra nel 1970, la convinzione dominante è stata che, per prendersi cura del pianeta, occorresse cambiare radicalmente rotta: ridurre i consumi, abbandonare la civiltà industriale, tornare alla campagna, imparare a condividere e riutilizzare, limitare la crescita. Ragionamento corretto? Assolutamente no! McAfee sostiene che per risolvere i problemi dell’ambiente non servono cambiamenti radicali. Al contrario, dobbiamo fare di più di quello che stiamo già facendo: far crescere le economie di mercato tecnologicamente sofisticate in tutto il mondo. L’America e tutti i maggiori paesi industrializzati, infatti, anno dopo anno utilizzano progressivamente meno risorse, anche se l’economia e la popolazione continuano a crescere. Che cosa ha reso possibile questa svolta? Non tanto l’azione dei governi e dell’opinione pubblica, quanto lo sviluppo tecnologico innescato dal capitalismo. La tanto demonizzata ricerca del profitto ha svolto un ruolo decisivo, perché spinge le aziende a utilizzare meno materie prime al fine di ridurre i costi. Sotto questo aspetto, il libro di McAfee costituisce la dimostrazione definitiva di come l’ambientalismo richieda più tecnologia e capitalismo, non meno.