Quest’opera di don Beniamino Di Martino costituisce una riflessione storiografica, di notevole valore, sulle cause e le conseguenze della Prima guerra mondiale, vero e proprio spartiacque della storia contemporanea. Approfondendo l’interpretazione della Grande Guerra offerta dagli esponenti della Scuola Austriaca di economia, Di Martino offre una spiegazione delle cause remote e prossime della Grande Guerra autenticamente liberale e molto differente da quelle più comuni. Riprendendo le parole di Ludwig von Mises, essa fu «il risultato di una lotta lunga ed aspra contro lo spirito liberale e l’inizio di un’epoca di contestazione ancor più aspra dei principi liberali». La Grande Guerra 1914-1918. Stato onnipotente e catastrofe della civiltà documenta infatti, in maniera convincente e impressionante, come l’accrescimento dei poteri politici sia all’origine della conflittualità che portò al disastro: una “guerra totale”, inevitabile conseguenza della costruzione dello “Stato totale”. La Grande Guerra appare così come un grande conflitto tra individualismo e collettivismo, tra un liberalismo ottocentesco che non pervenne mai a reale maturazione, e le nuove forze liberticide e centralistiche che terranno per oltre mezzo secolo in pugno l’Europa e il mondo.