La reputazione del capitalismo non è mai stata peggiore: le multinazionali e le imprese di grandi dimensioni sono accusate di sfruttare le risorse naturali e le debolezze umane in condizioni di monopolio quasi assoluto; il settore bancario e la finanza sono visti come i responsabili senza scrupoli dell’impoverimento del ceto medio occidentale; l’idea stessa di generare profitti è considerata antitetica all’idea di sostenibilità ambientale ed economica. Secondo l’economista americano Tyler Cowen, autore di uno dei blog di economia più seguiti al mondo (Marginal Revolution), il problema è che non abbiamo ancora imparato ad amare abbastanza il capitalismo. In questo suo appassionato manifesto a sostegno della grande impresa, Cowen dimostra come molte credenze sul suo conto siano imprecise o errate: le imprese non sono più disoneste degli individui, gli amministratori delegati non sono pagati troppo, Amazon e Google non detengono un monopolio assoluto e minaccioso per la democrazia, le grandi banche d’affari e Wall Street sono indispensabili al nostro benessere, e non è vero che le grandi imprese controllino il governo. Se teniamo in considerazione i suoi meriti, come la ricchezza e le opportunità che crea, la grande impresa rappresenta, quando è al suo meglio, molti dei valori più alti dell’umanità.