Nella storia del pensiero liberal-democratico, un posto centrale è occupato dalla teoria politica di Hans Kelsen, in particolare dai tre saggi qui proposti: L’essenza della democrazia (1920), Il problema del parlamentarismo (1925) e I fondamenti della democrazia (1955). I primi due sono stati scritti durante la crisi della tristemente nota Repubblica di Weimar, quando tutte le contraddizioni e le difficoltà della democrazia vennero drammaticamente a galla. Il terzo, scritto negli Stati Uniti dove Kelsen si era trasferito nel 1940, rappresenta il raffinamento dell’ideologia liberal-democratica che si sarebbe affermata in Occidente alla fine del Novecento. Considerato il massimo giurista del suo tempo e maggior esponente del giuspositivismo, Kelsen affronta in questi saggi alcune questioni fondamentali della teoria democratica, mettendo in luce i limiti del puro parlamentarismo. A suo parere, la democrazia moderna si fonda sul relativismo filosofico e non può essere separata dal liberalismo, dato che sancisce la protezione delle minoranze, i diritti fondamentali degli individui e meccanismi di controllo del potere.