I Discorsi politici del filosofo scozzese David Hume riscossero, alla loro pubblicazione, un immediato successo. Le sue idee basate sull’origine dello Stato e dell’obbedienza politica, sulla libertà, la proprietà, la giustizia, la natura immutabile dell’uomo, le istituzioni, il libero mercato, la stabilità politica e le relazioni internazionali, costituirono una preziosa fonte di ispirazioni per lo sviluppo del conservatorismo e del liberalismo. Le sue critiche alle misure mercantiliste, con cui gli Stati cercano di regolamentare minuziosamente i commerci attraverso dazi, divieti o limitazioni, anticiparono infatti le idee che saranno successivamente rese celebri dall’amico Adam Smith. In una sorta di anti-keynesismo ante litteram, Hume avvertì inoltre di non confondere il denaro con la ricchezza reale, e condannò le politiche basate sull’inflazione e il debito pubblico. Uomo dal carattere mite e affabile, aveva una visione benevola dell’umanità. A suo avviso l’aumento della popolazione, insieme allo sviluppo delle industrie e dei commerci, rappresenta sempre la maggiore benedizione per un Paese. Per questi motivi affermò che, a dispetto delle assurde rivalità tra gli Stati, per il nostro bene dobbiamo sperare che anche le altre nazioni siano ricche e prospere.