Nel marzo del 2019, durante l’incontro fra Sergio Mattarella e Xi Jinping, una giornalista di un noto quotidiano italiano ha riferito di essere stata avvicinata da un funzionario dell’ambasciata cinese che le ha intimato, con tono non proprio diplomatico, di “smettere di parlare male della Cina”. Questo spiacevole atto intimidatorio, passato per lo più in sordina nei media, rappresenta un granello di sabbia della strategia d’influenza globale messa in atto dal Partito Comunista Cinese, il cui obiettivo è vincere quella che considera una feroce guerra ideologica contro l’Occidente. Tale strategia non conosce confini: si espande dalla madrepatria sino a tutto l’Occidente, coinvolgendo anche tanti americani ed europei disposti a farsi comprare facilmente dalle lusinghe di Pechino. Clive Hamilton e Marieke Ohlberg descrivono in maniera minuziosa tutte le attività globali di questa mano invisibile che si allunga, ormai, su ogni continente: una ricerca scrupolosa che aiuta a comprendere i meccanismi del nuovo ordine internazionale sognato dal Partito Comunista Cinese, e che dovrebbe mettere in guardia le ingenue classi politiche e imprenditoriali occidentali.