Nella seconda fase del suo pensiero, Harold J. Laski tenta di raffinare la sua visione originariamente pluralista e liberale, per quanto imperniata nel socialismo, con una forma di riformismo statale e di concezione dello Stato che permettesse di trovare un bilanciamento dei poteri tra associazionismo individuale e volontario e un’istituzione in grado di guardare al bene comune, pur sempre a garanzia delle libertà che non erano più solo quelle negative (le “libertà da …”), ma anche quelle positive (“libertà di …”). In Introduzione alla politica troviamo una sintesi chiara di queste tesi, già espresse in A Grammar of Politics, in cui lo Stato è visto come collante per evitare che le associazioni volontarie diventino tanti piccoli centri di potere in concorrenza tra loro, andando a disgregare il tessuto sociale basato sull’unitarietà